San Francisco

Roberto Beccantini18 giugno 2024

Dalla lotteria dei 41 anni di Pepe e dei 39 di Cristiano esce, fatale e letale, il biglietto dei 21 di Francisco Conceiçao. Un cambio, come Pedro Neto, classe 2000, il «servitore». Hranac, esausto e già firmatario dell’autogol, apparecchia la mira al figlio di Sergio. E dal momento che siamo al 92’, Portogallo 2, Repubblica Ceca 1. Perché sì, in vantaggio era andata proprio la squadra di Hasek, con un bel destro di Provod da fuori area.

E bravo Martinez: penso alle staffette, al sacrificio di Leao (un paio di petardi in avvio, poi stop), alle scelte giovani. Se un possesso del 74% non basta, e vai pure sotto, urgono colpi d’ala. O di chiappe. Non che il Portogallo abbia rubato: per carità. Resta però negli occhi quell’infinito e sfinente torello che solo Cierre, alla sua veneranda età, traduceva in fatti: due parate di Stanek (la prima, soprattutto); un gran tacco per Vitinha, murato in extremis; il palo dal quale scaturiva la rete di Diogo Jota (ennesimo panchinaro), tutto cancellato da un offside di ginocchio. Spazio al dibattito: il Marziano rappresenta sempre la soluzione o comincia a essere un problema? Sinceramente: nessuno è insostituibile, ma di alternative fragorose non ne colgo.

E’ mancata, in generale, la magia dell’ultimo passaggio, la scintilla del «dieci»: persino da parte di Bernardo Silva. Il catenaccione della Cechia (un tiro, un gol) ostruiva i valichi, e questo ha trasformato in marmellata il palleggio di Bruno Fernandes e c. Profondità, spalanca le tue braccia, io sono qua…

Morale della notte. Tutte vittoriose, le big, tranne il Belgio. I miei voti (tenendo conto dei rivali): Germania 8; Spagna 7; Francia, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Italia 6,5; Belgio 5.

** A Dortmund, Turchia-Georgia 3-1 (Muldur, Mikautadze, Arda Güler). Ammazza l’asilo turco. Arda Güler (febbraio 2005, Ancelotti) spacca la Georgia con un missile di sinistro. Kenan Yildiz (maggio 2005, Allegri)
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Mira (poco) bleu

Roberto Beccantini17 giugno 2024

Tanto rumore per un autogol. La sventurata zucca di Wober sul crossettino di capitan Mbappé (da destra, da destra…). Riassumere Austria-Francia 0-1 in un episodio potrà sembrare irriverente, e in effetti un po’ lo è, visto il pressing imposto da Rangnick, der professor, e la notte dell’oratore Mbappé: due reti divorate, la prima complice Pentz, la seconda senza se e senza ma. Più il naso rotto e il giallo per l’infantile teatrino degli sgoccioli.

Maschia e in perenne equilibrio, l’ordalia di Dusseldorf. Che poi detto equilibrio sia stato determinato, soprattutto, dalla mira poco bleu dei vice campioni del Mondo e dai rari tiri degli avversari (di rilievo, solo quello di Baumgartner, su assist di Sabitzer, sventato da Maignan), questa è un’altra storia. Che appartiene all’anima randagia del calcio.

I migliori: l’arabo Kanté e la rive gauche di Theo. Da Rabiot, modica quantità e una super palla a Kylian. Da Thuram, arrosto nei dribbling e fumo nel resto. Si è giocato per 100 minuti a gran ritmo. Beati loro.

** A Francoforte, Belgio-Slovacchia 0-1 (Schranz). Calzona batte Tedesco nel derby calabro. Risolve Schranz, in avvio. Slovacchi, tosti, al guinzaglio di Lobotka. Belgi, le solite cicale. Doku e De Bruyne ci provano ma trovano un muro semovente. Lukaku? Un romanzo: sprecone e iellato. Si mangia almeno un paio di gol e due glieli sfila il Var, per un fuorigioco di mezza spalla e un braccino di Openda. Nel Novecento sarebbe finita 2-1 per i rossi. Dura lex, sed lex.

** A Monaco, Romania-Ucraina 3-0 (Stanciu, Razvan Marin, Dragus). Pronostico cicccato, in pieno. Per giocare, gli ucraini giocano: ma sotto porta, fantasmi. I romeni non hanno fretta. Sono rapidi, però. E Lunin, impeccabile al Real, li imbocca: una «distruzione dal basso» arma lo splendido destro del talentuoso Stanciu; poi va giù di pancia su una telefonata dell’empolese Marin.
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Leoncini

Roberto Beccantini16 giugno 2024

Lo stacco imperiale di Bellingham sul cross di Bukayo Saka ha deciso Inghilterra-Serbia 1-0 a Gelsenkirchen. Era il 13’. Partita rognosa e a tratti noiosa, con i leoncini del tiepido Southgate a farla (per un po’, almeno) e gli avversari a subirla. Una scultura, il gol, non una pittura. Attorno, una traversa e un salvataggio di Kane, Alexander-Arnold centrocampista uhm, Foden giù e, nella ripresa, un grappolo di campanili, un pugno di pallacce da piramide di Cambridge. Stojkovic li ha rispettati fin troppo, i maestri. Tadic era da mettere subito. Una torcia. L’unica. Milinkovic-Savic e Mitrovic poca roba, Vlahovic un tiro e un mare di sponde ciccate. Kostic svagato e (ma va?) infortunato.

Sono sincero: mi aspettavo qualcosina di più, anche da Rice, comunque il più lucido. Era il debutto, e i debutti sono imboscate. E’ stata tutt’altro che una battaglia: due ammoniti, entrambi serbi, e un Orsato in scioltezza.

** A Stoccarda, Slovenia-Danimarca 1-1 (Eriksen, Janza). Non si può non tornare al 12 giugno di tre anni fa, a Danimarca-Finlandia di Copenaghen, al cuore matto di Eriksen, più morto che vivo e poi, per fortuna, più vivo che morto. Proprio lui, l’hombre del destino e del partido. Non è bastato, ma entra di diritto nel novero delle emozioni. Giusta, alla fine, la carambola della ditta Janza-Hjulmand. Più Sesko (un palo) che Hojlund. Danesi in cattedra per un’oretta, poi sloveni in versione «arrivano i nostri». E’ il primo pareggio.

** Ad Amburgo, Polonia-Olanda 1-2 (Buksa, Gakpo, Weghorst). Non esattamente calcio totale, ma sempre calcio. E comunque, più generoso dei «senzaLewa». L’ha risolta una riserva, Weghorst, a conferma del peso delle panchine. Le parate di Szczesny hanno congelato il verdetto fino all’83’. In vantaggio, era andata la Polska. Come l’Albania. Lunga è la strada per Tipperary.